Taormina conobbe un lungo periodo di decadenza con la dominazione spagnola, finché rinnovò il proprio prestigio nel Settecento, quando divenne meta tra le più affascinanti dei viaggiatori stranieri in Sicilia, responsabili della diffusione dell’immagine suggestiva dei suoi tesori storici e naturalistici. La Sicilia ha da sempre affascinato gli inglesi, così come Robert Hawthorn Kitson rimase così tanto colpito dalle bellezze dei luoghi che tre anni dopo vi stabilì la propria residenza, disegnò una villa con giardino che volle chiamare casa Cuseni. Per il progetto della casa, il Kitson si ispirò alle ville italiane del Rinascimento. Di gran rilievo è il giardino, costruito a terrazze su diversi livelli ripidamente crescenti in direzione della villa, cosparso da giare, vasi in terracotta, vasche e fontane con decorazioni rococò. La zona più interessante del giardino è ubicata  alle spalle della casa, sopra una collina, pavimentata con ciottolato a mosaico che incoraggiava l’uso di materiali e tecniche locali.

 

Era il 3 Maggio 1787 quando Goethe, di passaggio a Catania, venne ricevuto nel palazzo del principe di Biscari. Come è facile immaginare, l’aspetto architettonico barocco dell’illustre residenza, non poteva certamente attirare l’attenzione dello scrittore di Francoforte, grande ammiratore del mondo classico. Non una parola sul palazzo. Rimase estasiato dall’incredibile ricchezza delle collezioni di antichità di cui gli appartamenti del principe erano cosparsi. Tra gli ambienti simbolici del palazzo spiccano sicuramente la Galleria degli Uccelli e la Stanza di don Chisciotte, essi costituiscono dei chiari esempi di chinoiserie di tutta l’isola.

 

Il Settecento rappresenta l’epoca d’oro per l’attività edilizia di Bagheria (PA), luogo prescelto dall’aristocrazia per la costruzione delle proprie dimore suburbane sin dal secolo precedente. Villa Valguarnera, costituisce uno degli esempi più notevoli e originali dell’architettura bagherese. Maria Anna Gravina, figlia del principe di Gravina, moglie di Giuseppe Valguarnera, acquistò una collinetta in cui far sorgere la villa, ciò avrebbe  permesso una posizione dominante rispetto alle altre dimore aristocratiche. Villa Valguarnera nasce indipendentemente da qualsiasi funzione agricola, costituendo invece, secondo la mentalità diffusa nel nuovo secolo, un’appendice in campagna della residenza cittadina, sede di mondanità e di fasto in un luogo più riservato rispetto alla città, dimostrazione della potenza e del decoro della famiglia.